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MEMORIE
Agosto 1944
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Una storia di odio e di sangue
Una storia di odio e di sangue che ha alle spalle nazionalismi, confini tracciati nel corso dei secoli da potenti, pagati da popoli, gli uni contro gli altri armati da occhiuta rapina.
Tale storia ancora emerge talvolta nel confine orientale, nonostante la grande quantità di opere storiche che si sono impegnate a leggere tale amara vicenda collocandola all’interno della complessità della storia rivelandone i frutti grossolani ed avvelenati.
Le ANPI locali e nazionale e gli Istituti storici della Resistenza sono impegnati da anni a ricostruire con rigore storico e onestà intellettuale le vicende drammatiche del confine orientale , facendosi strada tra storiche rimozioni e travisamenti A.M.Vinci, gli storici Collotti, Finzi, Magris, Miccoli ed altri numerosi hanno lasciato tracce apprezzabili di questo approccio storico lodevole che, insieme ad altri studi, possono consentire di accostare la realtà storica con discreta verosimiglianza.
Indubbiamente ritardano, invece, passi in avanti verso traguardi di conciliazione affermazioni come quelle uscite nel sito ufficiale dell’Associazione che hanno indotto l’ANPI provinciale di Venezia a dover interrompere la collaborazione con il Protocollo d’intesa sottoscritto il 28 febbraio scorso tra il Comune di Venezia e i rappresentanti dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Ne riportiamo qui appresso uno stralcio significativo.
Imelde Rosa pellegrini Presidente ANPI Portogruaro

OGGETTO: Progetto per la raccolta, conservazione e diffusione delle memorie giuliano-dalmato-istriane a Venezia.
     Gentile Assessora prof. Tiziana Agostini

    Le scrivo in merito al Protocollo d'Intesa sottoscritto il giorno 28 febbraio 2013 tra il Comune di Venezia, nella sua persona, e i rappresentanti dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Associazione Nazionale Partigiani Italiani, rEsisitenze, Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea.
    L'ANPI Provinciale di Venezia ha firmato il protocollo in oggetto condividendo sinceramente lo spirito che accompagna il Progetto per la raccolta, conservazione e diffusione delle memorie giuliano-dalmato-istriane a Venezia, e per la creazione di un archivio web multimediale. L'ANPI ritiene che l'istituzione di un archivio WEB multimediale, che raccolga testimonianze relative ai fatti e agli avvenimenti accaduti nella fase finale della seconda guerra mondiale e negli anni successivi, sia una positiva realtà non solo ad uso dei ricercatori storici ma a chi voglia avere notizie certe di quel complesso periodo.
    Siamo, infatti, convinti che le testimonianze in esso raccolte possano contribuire e far conoscere i fatti che hanno accompagnato i difficili rapporti tra L'Italia e gli Stati confinanti almeno fino al trattato di Osimo del 10 novembre 1975, che sancì lo stato di fatto di separazione territoriale tra l'Italia e la Ex Jugoslavia e rendendo definitive le frontiere dei due paesi.
    Ed è proprio rispettando il senso e il significato della parola democrazia che in uno degli ultimi uffici di presidenza provinciale sono emerse alcune perplessità relativamente a giudizi e articoli imputabili a uno dei sottoscrittori di tale Protocollo.
    Non è nostro costume girare intorno alle questioni, ma esprimere direttamente le perplessità che i nostri iscritti ci hanno consigliato di portare a Sua conoscenza di quantol'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia pubblica nel loro Sito.
    Sebbene riteniamo positivi alcuni emendamenti allo statuto operato nell'ultimo congresso dell'ANVGD con i quali rinunciavano ad azioni finalizzate al «ritorno delle terre Italiane della Venezia Giulia, del Carnaro e della Dalmazia in seno alla Madrepatria, …» non possiamo invece tollerare i contenuti di carattere decisamente offensivo che si leggono, nel sito ufficiale dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, all'indirizzo web http://www.anvgd.it/rassegna-stampa/15060-foibe-esodo-e-menzogne-del-pci-e-dellanpi-asi-06apr13.html:
     «Se nel corso di mezzo secolo Giorgio Napolitano è stato capace di compiere un mea culpa, riconoscendo di aver preso un abbaglio nello scrivere, nel 1956, che “in Ungheria l’Urss porta la pace”, la stessa cosa non è accaduta per le frange più dure della sinistra e per l’ANPI, l’associazione dei partigiani (ex garibaldini) che continua a difendere una versione della pulizia etnica titina ormai smentita dalla storia e dalle fonti.
    Qualcuno obietterà: d’accordo, si tratta forse di anziani iscritti cresciuti con convinzioni difficili da abbandonare in vecchiaia. Il problema è che l’ANPI è oggi tenuto in vita più da adolescenti e giovani adulti che non da reduci della guerra partigiana, ragazzi quindi che, anziché aprire le proprie menti al confronto e alla discussione di documenti e testimonianze, preferiscono ricordare le Foibe come una giusta punizione inflitta dal popolo jugoslavo ai criminali fascisti.
    Il ricorso ad una retorica talvolta al limite del fiabesco, l’idealizzazione (mescolata all’ideologia) della guerra anti fascista, lo spettro ‘revisionista’ (vero spauracchio della sinistra italiana) sono piccoli tarli che intaccano il senso critico e l’obiettività degli studenti che nelle piazze e nei cortei sventolano fieri la bandiera della Repubblica popolare di Jugoslavia, spendendo parole di elogio e di ammirazione per quel maresciallo croato la cui furia si scagliò contro la sua gente (150 mila croati uccisi), contro gli italiani e contro i domobranci sloveni.»

    Alla luce delle suddette affermazioni storicamente insostenibili oltremodo che offensive, l'ANPI provinciale di Venezia ritiene di dover interrompere immediatamente la collaborazione con l'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e uscire dalla convenzione in oggetto.
    In fede
   
 
--- 2013 ---
 
 
 
 
 

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