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MEMORIE
Agosto 1944
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25 APRILE 2019. LA FESTA DELLA LIBERTÀ
  A Milano, in queste stesse ore, un gruppo di teppisti travestiti da tifosi di calcio, alla vigilia di una importante manifestazione sportiva, ha esposto uno striscione-shock: "Onore a Benito Mussolini".
Solo una squallida provocazione, chi dice di no? Il malinconico autogol di un gruppo di miserabili che le forze dell’ordine hanno già provveduto a identificare. Tutto bene. Tutto sotto controllo.
Eppure… Viviamo una temperie storica importante. Ogni giorno siamo sempre più coscienti dell’importanza che la democrazia parlamentare riveste per lo Stato Italiano.
Ogni giorno ciascuno di noi s’imbatte in tutta una serie di difficoltà, d’ingiustizie, di conflitti che attraversano la società occidentale, segnandola con la profondità del cambiamento.
Ma nessuno intende rinunciare ai diritti conquistati attraverso la lotta del popolo italiano contro l’ingiustizia.
Il 25 aprile oggi, nel 2019, ha più che mai senso. È la più importante ricorrenza del nostro calendario. Perché è una festa che ci ricorda quanto costa la LIBERTÀ. Inutile negarlo, cambiare è giusto.
È la nostra speranza. È la speranza dei ragazzi che stanno crescendo e che si preparano ad affrontare nuove sfide sul piano del lavoro, della tecnologia, delle istituzioni, dell’istruzione, di mille altri ambiti tanto impegnativi quanto ineludibili.
Eppure, nessuno di noi, a prescindere dall’ideologia politica che lo contraddistingue, è disposto a rinunciare a un concetto fondamentale, che non ci abbandona mai e che dentro di noi in realtà ripetiamo senza sosta.
E questa idea sacra e inviolabile è la LIBERTÀ. Il diritto di autodeterminarsi. Il diritto di esprimersi. Il diritto di lavorare, troppo spesso dimenticato o addirittura violato.
La LIBERTÀ di vivere una vita fondata sulla ricerca della felicità.
Ma tutte queste belle parole rischiano di perdere di significato se non sono accompagnate dalla condivisione, da un sistema che garantisca la giustizia, dal rispetto di ogni individualità.
Nel giro di qualche decennio, l’ondata di deregulation politica, economica, finanziaria, perfino morale, che ha attraversato la penisola, ha ridotto l’italiano medio a mostrarsi - come cent’anni fa - razzista, furbastro, arrogante, prepotente, ad accogliere come ben accetto solo chi porta capitali, non importa realizzati come, mentre la stessa follia qualunquistica induce a respingere con disprezzo chiunque sia povero, indigente, “diverso”. Non è questa l’Europa che vogliamo.
Non è questa l’Italia generata dalla Liberazione Partigiana. L’Italia vera è quella altruista, generosa, ingegnosa, che di fronte ai problemi socio-economici si rimbocca le maniche, combatte, lavora, senza escludere nessuno, bensì allargando la piattaforma sociale, costruendo il futuro delle giovani generazioni attraverso la cultura umanistica, il rispetto, la giustizia, la LIBERTÀ.
E allora gli esseri umani (perché in fondo tali sono…) che hanno srotolato quel lungo striscione inneggiante al Duce a piazzale Loreto, a Milano, proprio lì, dove il fondatore del Partito Nazionale Fascista fu giustiziato, forse hanno voluto ricordarci qualcosa.
Il monito, che viene dagli strati più infimi, più torbidi della società, non a caso risuona il 25 aprile, Festa della Liberazione dall’odioso regime nazi-fascista, assumendo un significato particolare. La memoria è un valore. Il fascismo, il cancro dell’Europa, è tra noi.
Il nostro dovere consiste nel sorvegliare sulle istituzioni democratiche. Nell’impegno civile. Nel non abbassare mai la guardia. Nel non illuderci mai che sia finita. E se qualcosa mai possiamo lasciare in eredità alle giovani generazioni, questa sarà la nostra semplice e chiara lezione:

 ANTIFASCISMO, ANTIFASCISMO E ANCORA ANTIFASCISMO PER LA LIBERTÀ DI TUTTI!
 
--- 2019 ---
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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